Eâ âsalvaâ la tradizionale pizza e foje, la focaccia di mais abruzzese che accompagnava anticamente le verdure di campo sulla tavola contadina, oggi riproposta con successo dai ristoranti più gettonati e amata dai palati più raffinati. Eâ salva la polenta con il succulento ragù di salsicce, o la prelibata pannocchia bollita in acqua e sale amata dai piccini. Esempi concreti di una tradizione ancora viva, che verrà garantita ora â senza più equivoci - dallâimminente accordo europeo per la libertà di scelta degli Stati membri sugli Ogm, annunciato dal Ministro per l'ambiente, Gianluca Galletti. Un accordo che con molta probabilità sancirà una volta per tutte unâItalia libera di non coltivare Ogm (come vogliono ben 8 italiani su dieci che credono in una alimentazione sana e naturale) e che, in Abruzzo, salvaguarderà oltre 3800 ettari coltivati a mais.
âSiamo di fronte - sottolinea Coldiretti Abruzzo - ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. LâEuropa da un lato, le Alpi e il mare dallâaltro, renderanno lâItalia, e quindi lâAbruzzo, finalmente sicuri da ogni contaminazione Ogm a tutela della straordinaria biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italyâ.
Viva perciò la pizza di granoturco, viva le tante tradizioni agroalimentari che rischiavano di essere âcontaminateâ dalla coltivazione di sementi biotech a vantaggio esclusivo delle multinazionali che perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy. Sono quindi salvi gli oltre 3.800 ettari coltivati a mais in Abruzzo, ubicati prevalentemente nelle pianure e nelle basse vallate interne irrigue, che generano un fatturato di 14milioni di euro, e che saranno sicuramente âliberiâ da biotech.
âUn nemico contro cui la nostra regione â dice Coldiretti Abruzzo - si è schierato nettamente da subito, fin dal 2001, con una legge regionale che sanciva lâapplicazione del principio di precauzione nelle decisioni sullâuso per qualunque fine di organismi geneticamente modificati o di prodotti da essi derivati ". Una legge in un certo senso ante litteram del grande pressing istituzionale portato avanti negli ultimi anni da Coldiretti sia a livello nazionale che europeo, oggi finalmente arrivato alle battute finali. E a conferma un dato: nellâUnione Europea nonostante lâazione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque paesi, su ventotto, a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto - conclude la Coldiretti - di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).
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