21 Luglio 2009
600 IMPRENDITORI AGRICOLI AL CONSIGLIO REGIONALE

Questa mattina, una rappresentanza di oltre 600 imprenditori agricoli soci della Coldiretti Abruzzo provenienti da tutte le province abruzzesi ha manifestato davanti alla sede dell'Emiciclo del Consiglio Regionale dell'Aquila nell'ambito della mobilitazione indetta dall'organizzazione su tutto il territorio nazionale per la tutela del latte italiano. La folta delegazione di imprenditori, in rappresentanza delle aziende agricole zootecniche che operano in Abruzzo, ha consegnato al presidente Gianni Chiodi e all'assessore all'agricoltura Mauro Febbo un documento sulla realtà del settore da cui si evince una situazione che, ogni anno, tende a peggiorare in linea con quella nazionale, ancora più grave.
 
"La situazione in cui versano oggi le nostre stalle è gravissima ma non è imputabile né alla crisi finanziaria internazionale, né tanto meno a un calo della domanda" ha sottolineato il presidente Coldiretti Abruzzo, Domenico Pasetti "I consumi interni, infatti, reggono: gli italiani, in altri termini, continuano a comprare e consumare prodotti lattiero caseari, pagandoli come o più di ieri ma in effetti acquistano, senza saperlo, una gran parte di produzione non italiana".  In Abruzzo, in particolare, si consumano oltre due milioni di quintali di latte sottoforma di formaggi o latte da bere ma, di questi, solo la metà proviene da trasformatori (caseifici o centrali) regionali. Inoltre, come se non bastasse, di quest'ultima metà, oltre centocinquantamila quintali provengono dalla trasformazione di materie prime importate da Lituania, Polonia, Irlanda, Austria, Belgio, Olanda, Ungheria, Germania etc.
 
"Un dato, pari al 15%, che potrebbe addirittura essere sottostimato qualora le ditte di trasformazione dovessero acquistare materie prime o semilavorate da altre aziende nazionali a loro volta importatrici" ha sottolineato Pasetti al presidente Chiodi e all'assessore Febbo "una percentuale che, negli ultimi anni, è progressivamente salita. Si parla del 6% nel 2006 e del 10% nel 2007".
 
Il direttore della Coldiretti Abruzzo Michele Errico ha inoltre sottolineato che, rispetto alla media nazionale con importazioni superiori al 50%, la situazione abruzzese "non è ancora drammatica, ma non possiamo stare tranquilli. I dati parlano di un incremento esponenziale delle importazioni. Sono a rischio le imprese, la filiera,  la genuinità e la sicurezza alimentare del prodotto italiano”. Il problema secondo la Coldiretti è nella normativa comunitaria e nazionale che non dà rilevanza alle informazioni sull'origine del prodotto, fatta eccezione per il latte fresco. Oggi il consumatore non può scegliere in modo consapevole.
 
“Questa situazione di non trasparenza permette a molte industrie di trasformazione di importare latte dall’estero e trasformarlo poi in prodotto italiano, innescando così un sistema di competitività distorto a scapito delle imprese agricole che non vedono riconosciuto il valore del loro prodotto” ha aggiunto Errico “a farne le spese sono ovviamente anche i consumatori che pagano molto per un prodotto indifferenziato e del quale non solo non si conosce l’origine, ma neanche il processo produttivo”. C’è da segnalare, infine, che vengono importati, oltre al latte trattato a lunga conservazione, anche prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati. Questi prodotti vengono poi utilizzati, senza che il consumatore lo sappia, per produrre formaggi fusi senza latte, ma con sostanze da questo derivate, alle quali vengono normalmente aggiunti additivi che omologano i sapori e le caratteristiche organolettiche".
 
La soluzione alla crisi del settore lattiero caseario passa necessariamente per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, che si affianchi a quella tradizionale e che, pertanto, sia in grado di distinguere il prodotto nazionale da tutti quelli attualmente spacciati come tali, introducendo più trasparenza e più concorrenza sul mercato. E' su questa linea che emerge la necessità di una legislazione nazionale chiara e trasparente, capace di premiare le produzioni italiane: la Coldiretti ha chiesto all'assessore Febbo di farsi promotore di un provvedimento di giunta da riportare anche in conferenza stato-regioni a sostegno di una legge nazionale per "l'etichettatura e la rintracciabilità del latte e di alcuni prodotti alimentari a base di latte vaccino" con particolare riferimento al latte UHT a lunga conservazione.
 
Una proposta che l'assessore Febbo ha accolto con convinzione così come tutta la piattaforma rivendicativa della Coldiretti dicendo che "la Regione si farà carico di dare risposte adeguate così come già fatto su altri fronti, anzi assicura tutto l’impegno, in collaborazione con le organizzazioni di categoria, per il progetto che dovrà portare ad esprimere un prodotto “latte cento per cento abruzzese”.
 

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