I cinghiali proliferano distruggendo campi e raccolti ma di risarcimenti non si vede neanche lâombra. Si riassume così lâannoso e insostenibile problema lamentato dalla Coldiretti Pescara in seguito ad una assemblea che, svolta a Penne alla presenza del direttore regionale Simone Ciampoli, ha coinvolto un folto gruppo di imprenditori agricoli stanchi di sopportare una situazione antica ma ancora irrisolta. Oltre a lamentarsi per il proliferare indiscriminato di una specie che causa danni ingenti alle coltivazioni e non solo, gli agricoltori hanno espresso una forte preoccupazione per il mancato pagamento dei danni accertati che, per le annualità 2008 e 2009, ammontano ad oltre 300mila euro. âI pagamenti dei danni sono fermi al 2007 ma ancora non conosciamo le percentuali di riparto tra le province delle risorse finanziarie assegnate per gli anni 2008, 2009 e il 2010â spiega il direttore Ciampoli âbisogna agire subito e con determinazione perché bisogna mettere i produttori nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro in tranquillità e sicurezza. Siamo stanchi di ascoltare le solite promesse che, passato il momento di massima contestazione vengono lasciate nel dimenticatoioâ. Ma oltre al notevole e ingiustificato ritardo dei pagamenti, la Coldiretti rimarca il persistere delle problematiche legate al proliferare di una specie che, pur causando indubbi danni a campi, cose e persone, viene paradossalmente inserita dalla legge 10/2004 tra le specie di elevato interesse scientifico. In alcune zone il danno raggiunge anche il cento per cento della produzione. Le profonde fessure provocate dai cinghiali creano rischi notevoli per le lavorazioni da effettuare e per lâincolumità dei produttori. âVengono distrutti mesi di lavoro e lâagricoltura è messa a dura prova da una specie protetta anche dalla leggeâ sottolinea il direttore âi cinghiali aumentano e distruggono tutto, le produzioni diminuiscono, gli imprenditori sono demotivati. La situazione è allarmante. Il problema è biologico, ecologico e socialeâ. Un problema antico che, però, per lâorganizzazione professionale, può essere risolto con volontà e senso di responsabilità da parte delle istituzioni, a partire dalle Province, dalla Regione ma anche dai Comuni stessi interessati al problema.
In particolare, la Coldiretti chiede lâapprovazione di un regolamento regionale per la gestione dei cinghiali che uniformi gli indirizzi per lâelaborazione dei piani provinciali, il prolungamento del periodo di caccia del cinghiale e degli altri ungulati, la possibilità di attuare in tutti i mesi i piani di controllo selettivi delle Province per migliorare la gestione del piano zootecnico, lâaggiornamento delle percentuali di riparto dellâindennizzo e, in riferimento al mancato pagamento, lâassicurazione che lo stesso avvenga entro lâanno solare in cui il danno è avvenuto in modo da poter fronteggiare così il problema almeno dal punto di vista economico. Â
Nel caso le richieste della Coldiretti fossero disattese anche questa volta, e non si trovasse soluzione entro tempi plausibili, lâorganizzazione annuncia battaglia. âCoinvolgeremo i sindaci di tutti i comuni interessati per una protesta diffusaâ annuncia Ciampoli âper i risarcimenti abbiamo già contattato un avvocatoâ aggiunge il direttore âse non avremo riscontro a breve andremo alle vie legaliâ.  Â
28 Luglio 2010
Cinghiali, imprenditori agricoli da tre anni senza risarcimenti