Una visita nella terra dello zafferano per comprendere la storia e gli aspetti più importanti di una produzione tipica e particolare. E' arrivato questa mattina a Navelli un gruppo di trenta marchigiani, imprenditori agricoli con il pallino della tradizione, per toccare con mano la spezia più pregiata dâItalia e conoscere la storia di unâagricoltura millenaria che non finisce di stupire e di incuriosire. A fare gli onori di casa lo staff di Coldiretti che li ha accompagnati a far visita allâazienda di Alfonso Papaoli, a Navelli, e ad incontrare i produttori Pio Feneziani e Alessio Di Battista, rispettivamente di San Pio delle Camere e di Ofena. Una giornata diversa dal solito in cui, complice il bel tempo, il gruppo di marchigiani ha compreso gli aspetti produttivi e commerciali della spezia per eccellenza. âAvviare una coltivazione di zafferano è unâidea molto interessante e di nicchia, soprattutto per chi ama il contatto con la terra -  dice Andrea Bastianelli, di Coldiretti Pesaro che ha accompagnato i produttori nellâambito della misura 111/B del Piano di sviluppo rurale delle Marche â è stato un viaggio di conoscenza nei territori dediti ad una agricoltura di qualità e tradizione, in cui abbiamo visitato aziende agricole degustando piatti e pietanze a base di questa spezia preziosa e prelibataâ. Un gemellaggio tra Abruzzo e Marche su cui si è espresso anche il direttore di Coldiretti. âOgni gemellaggio è una esperienza positivaâ dice Alberto Bertinelli, direttore di Coldiretti Abruzzo âlâinteresse verso lo zafferano aquilano da parte delle altre regioni è sintomo del prestigio e dellâimportanza che questo prodotto riveste e riesce a suscitare. Purtroppo, anche lo zafferano subisce la forte concorrenza estera venendo spesso spacciato come prodotto italiano pur arrivando invece dalle zone dellâAsia Centrale, del nord Africa, dellâindia e del Medio Oriente. Un dato esplicativo â conclude Bertinelli â riguarda il consumo annuo che in Italia è di 8.300 chilogrammi contro i 600 realmente prodotti nel nostro Paese. Questo, a danno delle zone interne e vocate come lâaquilano che, con una tracciabilità e una politica di marketing mirata, potrebbero recuperare i terreni marginali per produrre un prodotto tradizionale a favore dellâeconomia localeâ.
ufficio stampa coldiretti



