Con un totale di 19,4 milioni di ore impiegate allâanno in provincia di Chieti è il Montepulciano dâAbruzzo Doc il vino italiano che dà più lavoro a livello locale, davanti al Puglia Igt con 16,5 milioni nella provincia di Foggia e alla Doc Sicilia con 16 milioni di giornate in quella di Trapani. Eâ quanto emerge dalla prima analisi sui vini Doc e impatto occupazionale a livello provinciale diffusa dalla Coldiretti al Centro Servizi Arena - stand A, tra il padiglione 6 e 7 in occasione del Vinitaly.
Dallo studio traspare dunque in tutta la sua evidenza â sottolinea la Coldiretti - il ruolo del settore vitivinicolo per lâeconomia e il lavoro nel Mezzogiorno, ma lâimpatto occupazionale è rilevante anche al nord. Al quarto posto â continua la Coldiretti - si piazza il lombardo Oltrepò Pavese Doc, con 14,2 milioni di ore di lavoro, davanti a un âcollegaâ del Piemonte lâAsti Docg per produrre il quale ne servono âsoloâ 13,4 milioni insieme al Barbera dâAsti. Al sesto posto â precisa la Coldiretti - il pregiato Amarone della Valpolicella Docg con 13,1 milioni di ore a Verona dove pesa anche il Soave Docg seguiti da un altro gioiello della regione che ospita il Vinitaly, il Prosecco Docg con 12,9 milioni di ore a Treviso. Ci sono poi i piemontesi Barolo Docg, Barbaresco Docg, Langhe Doc e Roero Docg a Cuneo (12,4 milioni di ore), il Gavi Docg ad Alessandria (10,9 milioni di ore), mentre a chiudere è il Castel Del Monte Doc pugliese, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari dove di rilievo câè anche il Puglia Igt.
Complessivamente si stima, secondo la Coldiretti, che il vino abbia offerto durante il 2016 opportunità di lavoro ad un milione e trecentomila persone tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nellâindotto che si sono estese negli ambiti piuâ diversi: dallâindustria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dallâenoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dallâeditoria alla pubblicità , dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi). Secondo uno studio della Coldiretti la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con lâenoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità , 17) informatica, 18) bioenergie.
âIl settore del vino dimostra più di altri che lâagricoltura è in grado di offrire opportunità di lavoro sia a chi vuole investire con progetti innovativi sia a chi vuole fare una esperienza in campagna a contatto con la natura anche solo per integrare il proprio redditoâ, ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che âla prima vendemmia senza voucher rischia di far perdere 25mila posti di lavoro tra le vigne per giovani e pensionati e occorre trovare pertanto presto una valida soluzione alternativa nellâinteresse delle imprese e dei cittadiniâ.