12 Luglio 2010
PER IL LATTE ABRUZZESE TRASPARENZA “SULLA” BOTTIGLIA

“Salvare l’allevamento abruzzese si può, con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte”. Per Simone Ciampoli, direttore Coldiretti Abruzzo, le priorità da seguire per risollevare le sorti del settore zootecnico – fortemente provato dalla crisi economica - sono la trasparenza e la tracciabilità, in modo da garantire al consumatore una giusta informazione e la possibilità di scegliere il prodotto da comprare, mozzarella o latte in bottiglia. “Se si considera che la produzione di latte regionale, necessariamente limitata dalle quote latte, ammonta a circa 860.000 q.li annui, rispetto al più che doppio consumo di prodotti caseari, si capisce immediatamente di quale portata economica stiamo parlando” dice Ciampoli “Il consumatore, certamente non per sua scelta, non sa che almeno tre confezioni su quattro di latte uht da litro non sono prodotte con latte proveniente da allevamenti regionali, e che la stessa sorte tocca alle mozzarelle, antico vanto della tradizione casearia chietina e sulmontina. E’ una situazione assurda, che purtroppo rispecchia la realtà di numerose regioni italiane in cui mozzarelle e formaggi vengono spacciati per italiani pur essendo prodotti con latte estero”. Per coldiretti abruzzo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte è la vera priorità per salvare gli allevamenti, anche regionali, e bloccare il fenomeno per cui dalle frontiere arrivano ogni giorno in Italia 3,5 milioni di litri di latte sterile, semilavorati, cagliate e  polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente made in Italy con l’inganno per i consumatori.

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