“L’ultimo fatto di cronaca, che ha visto prendere a fuoco un’automobile dopo l’impatto con un cinghiale in corsa nelle vicinanze di Atessa, conferma che non è mai stato così alto in Abruzzo l’allarme per l’invasione della fauna selvatica che distrugge i raccolti agricoli, stermina greggi e causa pericolo in strada mettendo a rischio l’incolumità delle persone”. Lo dice Coldiretti Abruzzo ribadendo che la presenza dei selvatici ha assunto ormai proporzioni straordinarie, che riguardano le campagne ma anche i centri urbani dove i cinghiali sono ormai diventati presenze fisse che razzolano tra i rifiuti con rischi concreti per la salute e la sicurezza di agricoltori e cittadini.
“Il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa di animali è aumentato notevolmente negli ultimi anni – denuncia Silvano Di Primio, presidente di Coldiretti Abruzzo – siamo di fronte ad un pericolo importante per la sicurezza e la salute degli automobilisti sia su strada che su autostrada”. Una emergenza che inoltre sta provocando l’abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali con inevitabili riflessi sul paesaggio e sulle produzioni. “La proliferazione senza freni degli animali selvatici – continua Di Primio - sta mettendo a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Abbiamo segnalazioni da ogni angolo della regione. Studi ed esperienze relative all’elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno mostrato notevoli criticità in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale. Proprio le modalità di ricerca di cibo attraverso una cospicua attività di scavo ben visibile sui campi coltivati provoca, infatti, anche su superfici naturali notevoli danni alla biodiversità”.
Coldiretti Abruzzo – stimando una presenza in regione di oltre centomila cinghiali - ricorda inoltre che questi animali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.
“Mai come oggi è fondamentale per dare certezze alle imprese agricole e garantire il futuro agli agricoltori – conclude il presidente di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio - si devono dare risposte strutturali ed efficaci che consentano di ripristinare anche con l’intervento di personale specializzato l’equilibrio ambientale che è stato visibilmente compromesso. Gli agricoltori non lavorano per avere un risarcimento dei danni, ma per realizzare una produzione di qualità che va tutelata e salvaguardata soprattutto in un momento difficile come questo, in cui l’emergenza sanitaria ha fortemente compromesso l’equilibrio economico del Paese. E’ necessario trovare risposte efficaci e non continuare a tergiversare su una problematica che è ormai fuori controllo e chiediamo all’assessore alle politiche agricole Emanuele Imprudente l’apertura di un tavolo dedicato ad affrontare l’emergenza”.