7 Febbraio 2019
UN MANIFESTO PER L’AGRICOLTURA DEL FUTURO

 Dodici proposte concrete per costruire una regione rivolta al futuro delle imprese e dei consumatori. Si è concluso il ciclo di incontri promosso da Coldiretti Abruzzo nel Mediamuseum di Pescara per consegnare ai 4 candidati alla carica di presidente della Regione il Manifesto Politico sul cibo e l’agroalimentare abruzzese.
Il documento - presentato a Giovanni Legnini,  Sara Marcozzi, Marco Marsilio e Stefano Flajani – è stato firmato in segno di condivisione da tutti i candidati presidenti e punta ad essere un contributo propositivo per coloro che andranno ad amministrare - come governo o come opposizione - l’Abruzzo per i prossimi 5 anni. Articolato in cinque grandi temi (rafforzamento della sovranità alimentare; tutela del made in Italy dal campo alla tavola con particolare riferimento alla materia prima abruzzese; sostegno della filiera corta nella ristorazione pubblica e promozione dei mercati contadini; creazione di un paradigma sostenibile in termini ambientali; sviluppo della competitività imprenditoriale attraverso l’innovazione) prevede 4 aree di intervento (multifunzionalità, ambiente, filiera agricola, sburocratizzazione) alle quali corrispondono almeno 12 proposte concrete.
“I temi che sono al centro del documento sono i punti nevralgici dell’agricoltura del futuro – dice il Presidente di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio – vanno pertanto conosciuti, compresi e valorizzati per la costruzione di una regione che sappia trarre dall’agricoltura la giusta spinta economica, sia capace di alimentare la fiducia delle famiglie e nella quale torni a contare il benessere dei cittadini e delle imprese virtuose. L’Abruzzo è una regione meravigliosa con potenzialità incredibili, ma deve essere messa in condizione di decollare veramente”.
In proposito, Coldiretti ricorda che l’Agricoltura abruzzese ha riscoperto negli ultimi anni una nuova dimensione economica, agevolata dalla trasformazione e dal processo di svecchiamento in atto nel settore sia a livello nazionale che più propriamente regionale. Il valore aggiunto riferibile al settore è attualmente di 877milioni di euro (Fonte Istat, andamento dell’economia agricola 2017) su cui hanno una particolare incidenza i dati relativi all’export, pari a 66milioni di euro per i prodotti agricoli e 506 milioni di euro per i prodotti dell’agroalimentare (Fonte Istat, indicatori territoriali per le politiche di sviluppo) e un numero di occupati complessivo di 20,8mila unità (Fonte Istat, conti nazionali 2017) di cui 14,2mila riferiti all’industria alimentare.
“Si tratta quindi di una regione in cui l’agroalimentare ha un valore importante, potenzialmente destinato a crescere e a radicarsi ulteriormente in uno scenario complessivo che vede il “cibo” come bene fondamentale e primario – aggiunge il Direttore regionale di Coldiretti Giulio Federici - La competitività dell’agricoltura e dell’agroalimentare abruzzese si fonda sulla distintività delle produzioni regionali e del made in Italy e ha come architrave di difesa e valorizzazione l’etichettatura obbligatoria dell’origine. Su queste linee generali si deve lavorare per costruire un solido futuro. Per l’Abruzzo ma, in generale, anche per il Paese Italia. Con queste premesse non possiamo però dimenticare i numerosi freni che l’agricoltura incontra ogni giorno. Bisogna lavorare per superare certi legacci e anacronistici retaggi”. 
Da qui, le proposte di Coldiretti per il futuro con l’esigenza di mettere al centro l’importanza del cibo: una priorità realizzabile attraverso una nuova cultura di governo e strumenti politico-finanziari adatti e funzionali.
Premessa da cui si dipanano le dodici propose di Coldiretti che toccano tutte le problematiche più sentite: 1) l’istituzione di un fondo di garanzia a supporto dell’erogazione del credito in agricoltura; 2) il riordino normativo in materia di multifunzionalità; 3) lo sviluppo dei mercati contadini e l’introduzione della filiera corta all’interno delle mense di ristorazione pubblica; 4) un maggiore slancio amministrativo e tempi accessibili relativamente alla programmazione comunitaria; 5) il coinvolgimento reale degli agricoltori nella gestione delle aree protette e delle aree più propriamente montane e svantaggiate; 6) una riorganizzazione dei consorzi di bonifica per un uso più congruo e razionale delle risorse idriche; 7) la “coltivazione” sostenibile della risorsa “bosco” e una rivisitazione della normativa sui pascoli e la forestazione; 8) promozione di una nuova normativa regionale sulla preservazione del suolo attraverso l’inserimento di vincoli precisi nei piani urbanistici; 9) completo ripensamento della gestione della fauna selvatica attraverso la responsabilizzazione del mondo venatorio e degli Atc; 10) creazione della cultura della legalità attraverso iniziative di lotta e di conoscenza delle agromafie e dell’agropirateria; 11) promozione di contratti di filiera capaci di valorizzare al meglio le colture distintive della regione Abruzzo; 12) riorganizzazione della macchina amministrativa soprattutto in riferimento al Dipartimento delle politiche di sviluppo rurale e creazione di uno specifico Dipartimento del Cibo.

Nel corso degli incontri, i vertici di Coldiretti hanno ribadito che <> ha commentato il Presidente Di Primio <

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